Local Tax, un rinvio al 2016

local-tax

La Local Tax, la tassa che avrebbe dovuto riordinare Imu e Tasi è destinata ad essere definitivamente rinviata al 2016. Nel Governo Renzi sembra essere prevalsa la corrente di oensiero che voleva la nuova tassa di difficile applicazione già quest’anno. Gli ostacoli principali sembrano essere due:  in primis la difficoltà di far quadrare i conti nello scambio tra la «quota erariale» pagata aziende, alberghi e centri commerciali, che nel nuovo sistema in esame sarebbe dovuta passare ai Comuni, e la statalizzazione dell’addizionale Irpef, che avrebbe dovuto compensare il bilancio centrale. L’altro problema  è quello cosiddetto del «canone unico», che avrebbe dovuto riunire le tasse sull’occupazione del suolo pubblico, l’imposta sulla pubblicità ed i diritti sulle affissioni. In aiuto a tutti i professionisti  ci sono i software gestionali magazzino presenti sul nostro catalogo.

Ovviamente il rinvio non cancella di  certo i problemi fin qui presentati.le 200 mila aliquote venute fuori incrociando tasi e imu sono un ricordo ancora ben vivo.

La Tasi 2015 potrebbe offrire sorprese poco gradite, arrivando a chiedere per abitazione principale fino al 6 per mille senza detrazioni. Di questo passo si  arriverebbe a raddoppiare abbondantemente il massimo raggiunto dalla Tasi 2014, già più cara dell’Imu 2012 per gli appartamenti medi e piccoli nel settanta percento dei casi.
amministratori-tasse-locali
La Tasi porta con se un tetto massimo per l’abitazione principale al 2,5 per mille, con deroga fino al 3,3 per mille per i Comuni che con l’aliquota aggiuntiva, decidessero di finanziare sconti per le case più piccole o le famiglie con redditi più bassi.

L’idea del governo è quella di riproporre nel prossimo anno questi limiti, che nel 2014 hanno però visto un finanziamento derivante da un aiuto statale da 625 milioni per consentire ai comuni di far quadrare i conti. Reperire altri soldi per aiutare i comuni è impresa impossibile. Replicare la Tasi con aliquota vincolata si trasformerebbe quindi in un taglio aggiuntivo da 625 milioni, così distribuiti: Milano perderebbe 89,4 milioni di euro, Napoli 37,2, Torino 36,7, Genova 27 milioni, Roma 22,6.

L’unica soluzione sembrerebbe essere un aumento dei tetti di aliquota anche se per l’eterno effetto domino che caratterizza il sistema di tassazione italiano, a rischiare di più sarebbero ancora una volta i proprietari che abitano nei Comuni dove l’aliquota Imu è cresciuta di più fra gli anni 2012 e 2013.