Canone RAI per professionisti

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Il Canone RAI è sempre al centro di polemiche: si era parlato di una proposta per collegare la riscossione dell’abbonamento alla bolletta elettrica così da cofinanziare gli aumenti in busta paga. Una proposta subito smentita. Ora si comincia a parlare di Canone Speciale, ossia una tipologia di abbonamento riservata alle aziende che ricorrono a televisori (o altri terminali capaci di ricevere il segnale TV), per offrire ai propri clienti o dipendenti un servizio di intrattenimento televisivo.

Cos’è il Canone Speciale?

L a Rai tempo fa aveva ipotizzato un Canone RAI per pc aziendali, idea poi rientrata in seguito ad un incontro con il Ministero dello Sviluppo Economico. Tuttavia, la nuova ondata di lettere inviate in questi giorni potrebbe indurre molte aziende a pagare senza averne l’obbligo.

Specifichiamo che il canone speciale richiesto alle aziende va pagato solo se i computer sono utilizzati come televisori (parliamo di digital signage) e non va invece corrisposto nel caso sia già avvenuto il pagamento per il possesso di uno o più televisori. Un chiarimento, questo, molto importante che fuga tutti i dubbi sollevati dalla RAI:

«chiunque detenga uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive al di fuori dall’ambito famigliare, compresi i Pc collegati in rete».

Quindi quello che conta ai fini dell’obbligo di pagamento non è la natura dello strumento o la possibilità di ricevere il segnale televisivo ma l’uso che viene fatto dello strumento in questione. Quindi se un monitor aziendale viene utilizzato come uno schermo TV, in quel momento scatta il Canone Speciale, altrimenti tutto resta invariato e il canone ordinario deve essere pagato solamente se viene utilizzato un televisore.

La RAI precisa:

«Ciò limita il campo di applicazione del tributo ad una utilizzazione molto specifica del computer rispetto a quanto previsto in altri Paesi europei per i loro broadcaster (BBC…) che nella richiesta del canone hanno inserito tra gli apparecchi atti o adattabili alla ricezione radiotelevisiva, oltre alla televisione, il possesso dei computer collegati alla Rete, i tablet e gli smartphone»

Parole che scongiurano il pagamento del canone per il semplice fatto di possedere un pc sulla scrivania dell’ufficio, resta alle aziende però il compito di dichiarare l’utilizzo dei propri apparecchi e non sempre la cosa è facilmente interpretabile.

Potrebbero essere chiamate a versare il tributo anche le aziende che ne sono esonerate. Ecco perché è di fondamentale importanza agire prontamente dichiarando alla RAI l’utilizzo dei terminali e rispedendo al mittente l’apposito tagliando contenuto nella missiva inviata dalla RAI che avrebbe mandato a tutte le partite IVA in possesso di un computer la richiesta di pagamento del Canone Speciale.

Le vigenti disposizioni normative impongono l’obbligo del pagamento di un canone speciale a chiunque detenga, fuori dall’ambito familiare, uno o più apparecchi muniti di sintonizzatore, indipendentemente dall’uso al quale gli stessi vengono adibiti.

La RAI ha quindi spedito in tutta Italia ai titolari di partite IVA chiedendo loro il pagamento del Canone Speciale in quanto possessori di un computer. Le richieste sono di vario tipo e si rivolgono a tutte le categorie professionali iscritte al registro della Camera di Commercio: al professionista, all’artigiano e al commerciante. Parliamo non del Canone Ordinario, ma di quello Speciale, cioè quello dovuto dalle attività professionali che consentano o possano consentire l’utilizzo di apparecchiature televisive. Un esempio tipico è quello degli alberghi che forniscono l’uso della televisione ai propri clienti.