Aprire una ditta individuale: procedure e costi

persona al computer che prende appunti

Oggi un giovane che esce dal mondo degli studi, laureato o diplomato che sia, fatica non poco a trovare lavoro. Inoltre, se capita la fortuna di ottenere un impiego, pochissime volte quest’ultimo si adatta alle proprie esigenze di crescita e al proprio percorso di studi.

Una delle migliori soluzioni per fronteggiare l’alto livello di disoccupazione giovanile è sicuramente quella di aprire una ditta individuale. Mettersi in proprio è inoltre considerato una prospettiva di miglioramento della propria posizione lavorativa.

A scoraggiare ulteriormente i giovani è l’elevata pressione del regime fiscale italiano e la disinformazione diffusa circa questi argomenti.
In questo post di Gestionale.co chiariremo alcuni aspetti fondamentali per aiutarvi a capire le procedure di apertura e i costi di una ditta individuale.

Procedure per aprire una ditta individuale

La procedura amministrativa per l’avvio di un’impresa individuale si caratterizza per la sua velocità. I passaggi fondamentali sono:

  • Dichiarazione di inizio attività all’Agenzia delle Entrate ed attribuzione del numero di partita IVA;
  • Iscrizione al Registro delle imprese ed eventualmente ad albi, elenchi e registri in caso di esercizio di attività particolari;
  • Iscrizione all’INPS ed eventualmente all’INAIL;
  • Eventuale presentazione di licenze o autorizzazioni amministrative o sanitarie;

Vantaggi e svantaggi di un’impresa individuale

Nella definizione data dal codice civile (art. 2563 e seguenti), si ha un’impresa individuale quando una persona fisica svolge in forma professionale un’attività produttiva diretta alla produzione e allo scambio di beni e servizi.

L’impresa individuale presenta alcuni vantaggi quali ad esempio quelli legati ai costi di gestione che sono piuttosto limitati. Un altro vantaggio è l’assenza dell’obbligo di redigere il bilancio a fine anno.

La nota dolente riguarda la responsabilità illimitata nei confronti dei terzi creditori. In particolare, in caso di obbligazioni sociali, l’imprenditore risponde con tutto il suo patrimonio personale dei debiti contratti e non pagati.
Potrebbe inoltre risultare difficoltoso ottenere finanziamenti per l’esercizio dell’attività in quanto la loro concessione spesso è legata alla presentazione di garanzie personali da parte dell’imprenditore stesso.

In linea generale, l’impresa individuale risulta particolarmente adatta per attività di dimensioni molto limitate.

Quali sono i costi di una ditta individuale?

I costi di apertura di una ditta individuale sono per lo più fissi e costituiti da:

  • Costi di apertura della partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate, della posizione INPS e della posizione INAIL.
    Per questa operazione, in realtà, non ci sono costi fissi. Bisogna però avvalersi di un commercialista e sostenere le spese del suo onorario che per queste pratiche può variare dai 50,00 ai 100,00 euro;
  • Costi annuali per l’iscrizione alla Camera di Commercio (questo punto vale per i commercianti e non per i lavoratori autonomi), variano dai 60,00 ai 100,00 euro l’anno;
  • Versamenti INPS, sono circa 3.300 euro come base fissa minima ed aumentano se il fatturato supera una certa soglia;
  • Costi del commercialista: oltre al costo pagato per aprire le varie posizioni, occorre aggiungere anche il costo annuale del commercialista. La parcella può variare dai 400,00 euro (per chi apre la partita IVA in regime dei minimi) fino a 1200,00 euro per chi apre la partita IVA in regime ordinario;

Ditta individuale persona fisica o giuridica?

Per persona fisica è inteso qualunque individuo con un nome e un cognome che acquisisce la capacità giuridica alla nascita. La capacità giuridica è l’acquisizione della titolarità di diritti e doveri comune a tutti gli esseri umani.

Per persona giuridica, si intendono le associazioni o gli enti che acquisiscono capacità giuridica nel momento in cui sono costituiti. Anche in questo caso, la capacità giuridica fa riferimento alla titolarità di diritti e doveri e di obblighi.

In linea di massima, su come vada considerata una ditta individuale esiste non poca confusione. Questo per diverse ragioni:
La ditta individuale è considerata una persona fisica, ovvero l’impresa è identificata nella persona del suo titolare che è un soggetto fisico. Allo stesso tempo, però, una persona fisica che costituisce una ditta individuale lo fa allo scopo di svolgere una certa attività e può dunque essere assimilato ad una persona giuridica nella quale viene a confondersi la persona dell’imprenditore quale soggetto fisico.
Inoltre, la ditta individuale ottiene un riconoscimento formale poiché ha una certa denominazione e un numero di partita IVA.

In questo senso, dunque, una ditta individuale può anche essere considerata una persona giuridica nel momento in cui è costituita, per cui la definizione viene rinviata agli artt. 2082 e 2083 del codice civile.