Sepa direct debit cos è?

SEPA

In questo approfondimento parleremo di un argomento molto importante che non tutti sono riusciti ad assimilare. Nonostante sia stato introdotto già da qualche anno, proviamo a spiegarvi il sepa direct debit cos è e come funziona.

Sepa è l’acronimo di “Single Euro Payments Area”, cioè l’area dei pagamenti unitari in euro.
L’obiettivo è quello di organizzare bonifici e ordini di addebito diretti in maniera rapida e semplice, come avviene oggi sul territorio nazionale.

SDD è invece l’acronimo di Sepa Direct Debit, appunto il nuovo strumento di pagamento europeo che da qualche anno ha sostituito il vecchio RID.

Lo strumento si fonda su un accordo tra il pagatore (debitore) e il beneficiario (creditore), mediante il quale il primo autorizza il secondo a disporre addebiti sul proprio conto corrente per pagamenti ricorrenti (come le utenze o le rate di un prestito) o singoli (es. fatture commerciali o un acquisto qualsiasi).

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Il Sepa è un servizio elettronico di incassi con addebito diretto SEPA Direct Debit, con incasso pre-autorizzato utilizzato per i pagamenti, utilizzato per bollette di telefono, luce, gas, le rate di un finanziamento.
Già da qualche tempo il sistema di pagamento Sepa Direct Debit ha sostituito il RID.
In definitiva il Sepa è un progetto che mira alla creazione di un mercato unico standardizzato a livello europeo per i pagamenti elettronici.

Il passaggio dal RID al SDD è avvenuto a fine 2013, quando i pagamenti RID sono stati convertiti in mandati SDD. l passaggio a questo nuovo servizio ha causato diversi problemi a chi aveva la domiciliazione delle utenze sul conto corrente. Parecchie bollette o rate del finanziamento non venivano pagate per disguidi tecnici.

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Obiettivi e i vantaggi Sepa?

Sepa pone fine alle differenze tra una nazione e l’altra. I cittadini e le imprese dei paesi aderenti possono effettuare pagamenti con addebito elettronico e, più in generale, con strumenti alternativi al contante con le medesime modalità.

All’interno di Sepa non c’è più quindi una differenziazione tra pagamenti nazionali e transnazionali. Ogni cliente potrà effettuare versamenti in addebito automatico a prescindere dal paese di origine o dall’istituto bancario presso il quale detiene il proprio conto.

Da quando tutte le banche hanno dovuto aggiornare i loro sistemi alla Sepa, da febbraio 2014, ci sono dei vantaggi per il consumatore. Ad esempio si è ridotto il tempo di accredito di un bonifico. Grazie a SCT, Sepa Credit Transfer, è possibile trasferire denaro da un conto corrente in Italia verso un conto corrente in un altro paese Sepa come se fosse un pagamento nazionale.

Quali sono i diversi modelli di addebito SEPA?

A seconda del tipo di debitore, si distinguono due diversi modelli di addebito SEPA:

  • addebito SEPA “Core”, utilizzabile allo stesso modo nei confronti di qualsiasi cliente debitore, quindi sia consumatore che impresa.
    Nel caso specifico il cliente debitore ha la possibilità di chiedere il rimborso di operazioni addebitate e riferite a mandati validamente sottoscritti, fino a 8 settimane dalla data di addebito, qualora l’importo risulti errato o l’addebito non sia, per qualsiasi altro motivo, corrispondente a quanto concordato con l’impresa creditrice;
  • addebito SEPA “Business to Business”, riservato esclusivamente a clienti non consumatori. In questo caso l’impresa debitrice non può in nessun caso chiedere il rimborso al creditore, se il mandato è stato validamente sottoscritto;


Quali Paesi fanno parte dell’area Sepa?

La Sepa come detto è l’Area Unica dei pagamenti in euro e vi aderiscono 34 paesi europei. Non solo i paesi europei che usano l’euro, ma anche quelli dove la valuta locale non è l’euro; ad esempio, la Svizzera o l’Inghilterra.

L’Area Sepa è composta da 34 paesi:

  • 18 paesi dell’Unione Europea che utilizzano l’euro Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Francia, Finlandia, Grecia, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi,Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna;
  • 10 paesi dell’Unione Europea che non utilizzano l’euro Bulgaria, Danimarca, Gran Bretagna, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Svezia, Ungheria, Croazia;
  • 3 paesi europei che non fanno parte dell’Unione Europea, ma dello Spazio Economico Europeo: Islanda, Liechtenstein, Norvegia;
  • 3 paesi europei che non fanno parte dell’Unione e dello Spazio economico, non usano l’euro, Principato di Monaco, Svizzera e San Marino;