Il cash flow, definito anche flusso di cassa, è la differenza tra le entrate e le uscite monetarie di una gestione aziendale attraverso i mezzi di pagamento come la cassa, la banca e simili.
Se tale differenza è positiva significa che un’impresa incassa di più dai suoi clienti di quanto spende per pagare i suoi fornitori. Se, invece, la differenza è negativa accade l’esatto contrario.
Il cash flow non coincide quasi mai con il profitto aziendale in quanto sono due concetti molto differenti tra loro. Tale differenza sta nel fatto che il primo rappresenta una grandezza finanziaria e la seconda una grandezza economica essendo la differenza tra ricavi e costi.
Se sei interessato a capire cosa indica il cash flow e come esso si calcola continua a leggere il nostro articolo perché tra poco ti spiegheremo come interpretare il cash flow negativo o positivo.
Come un’azienda dovrebbe interpretare il cash flow
Il profitto è una cosa molto diversa dal flusso di cassa, per può capitare che l’azienda si trovi in situazioni molto profittevoli ma con un flusso di cassa basso o addirittura negativo.
Allo stesso modo esistono realtà aziendali poco profittevoli ma con una solidità monetaria tale per cui il cash flow sarà molto positivo.
Qualora il cash flow dovesse essere negativo le ragioni possono ricondursi a diversi fattori più o meno legati alla capacità di produrre profitto da parte di un’azienda, ad esempio:
- Scarso potere contrattuale, per cui i crediti vengono riscossi con una velocità minore rispetto ai debiti contratti;
- Eccessivi investimenti che hanno comportato esborsi finanziari notevoli;
- Calo generalizzato delle vendite che ha prodotto un aumento delle giacenze in magazzino;
- Inefficienza generale dei costi sostenuti in rapporto alla produttività che generano alte spese (per il personale, per gli affitti, per l’energia, ecc.) a cui non corrisponde un profitto adeguato;
- Incidenza della gestione non caratteristica e finanziaria come ad esempio alto indebitamento che produce costi di finanziamento periodici consistenti.
Al contrario, se un cash flow è positivo vi è:
- Alto potere contrattuale nei confronti dei propri clienti, ovviamente esso è tanto maggiore quanto è migliore il posizionamento di mercato dell’azienda;
- Capacità di smaltire velocemente le scorte in magazzino grazie a continue richieste di ordini;
- Investimenti aziendali che rientrano velocemente in termini produttivi e, quindi, monetari;
- Notevole capacità di performare in tutti i fattori produttivi che contribuiscono al processo aziendale;
- Scarsa incidenza della gestione non caratteristica e finanziaria, ad esempio livelli bassi di indebitamento che producono esborsi finanziari periodici per interessi contenuti.
Come calcolare il cash flow
Il cash flow si ottiene aggiungendo all’utile o alla perdita d’esercizio i costi non monetari – gli ammortamenti di macchinari e impianti, gli accantonamenti per rischi futuri, i TFR o la svalutazione dei crediti – e sottraendo i ricavi non monetari come le imposte anticipate o la rivalutazione delle partecipazioni.